TORRE A MARE

 




    

…." o passeggero che vai cercando pace lungi dal fremito della città.

Ferma il tuo passo nel paesello ameno, che il mare accoglie nel suo azzurro seno.

Là per i clivi ferve primavera e tutto in brio è il bosco e la riviera.

O Torre a Mare, oasi di felicità

Tu sei il ristoro di ogni cuore afflitto…”

 


 

Questo il tributo musicale che il Maestro NINO ROTA ha dedicato a Torre a Mare, che scelse come dimora negli anni ’40 e ’50 definendo Torre a Mare un luogo sereno e tranquillo dove potersi isolare e comporre musica.

 

 




Tracce di presenza umana risalenti al IV millennio a.C. , sono state rinvenute nelle grotte di Cala Colombo a sud, di Cala della Tartaruga allo sbocco a mare di Lama Giotta.

In epoca Romana, la località era la porta lungo la via Appia – Traiana che congiungeva Barium ad Egnatia. Intorno al 1500, allo scopo di difendere la costa dalle incursioni dei pirati e dei predoni, fu edificata una Torre di avvistamento, tutt’ora esistente nel centro della Piazza principale e da allora il borgo prese il nome di TORRE APELOSA o LAPILLOSA, trasformata poi in TORRE PELOSA.

 

Il piccolo e ridente borgo era abitato da pescatori che vivevano per lo più in grotte e trulli e riparavano le proprie barche nel porticciolo alla fine della Lama Giotta.

Per molti secoli, Torre Pelosa fu la marina del vicino centro di Noicattaro. Nel 1865 venne dotata di una stazione ferroviaria. Nel 1890 ci fu un primo sviluppo urbanistico e venne costruita ex novo una chiesa intitolata a SAN NICOLA (patrono della marina), riampliata definitivamente nel 1940.

Divenne rapidamente luogo di villeggiatura da parte non solo dei cittadini di Noicattaro, ma anche di quelli di Bari, Rutigliano e Triggiano.

Appena fu terminata la costruzione del molo, nel 1934 Torre Pelosa venne annessa al Comune di Bari. Nel 1938 assunse la denominazione di TORRE A MARE.

E’ stato fino al 1970, una frazione di Bari, oggi è un quartiere di Bari situato all’estrema periferia Sud – Est della città di Bari da cui è distante circa 11 km.

 Confina a Nord- Ovest con il quartiere San Giorgio, a Sud con il        Comune di Mola di Bari, ad Ovest con Noicattaro.
 
 
 

 

Purtroppo sono pochi i pescatori rimasti che continuano a fare della pesca il loro mestiere.

Pittoresco il porticciolo attrezzato sia per le imbarcazioni da pesca che da diporto.

 

Pur avendo perso la funzione principale di borgo marinaro, ha acquistato un carattere di soggiorno turistico e alla moda, lasciando inalterati i suoi tratti caratteristici, a partire dal lungo molo che circonda il porticciolo, dal centro storico di modeste dimensioni e raccolto attorno alla Torre Pelosa, cinquecentesca Torre di avvistamento che si erge isolata in mezzo ad una spaziosa piazza, di recente ristrutturata e affacciata sul porto. Soprattutto nel fine settimana, la piazzetta e il molo, sono le mete più frequenti per lo svago.

 

C’è anche una zona del borgo poco conosciuta ma affascinante: sono le colorate ville storiche di fine ‘800 inizio ‘900 in stile liberty.

 

 

 


 

In via Leopardi possiamo ammirare il monumento “ al pescatore” una statua raffigurante Nettuno che con il suo tridente, infilza un grosso polpo.

Il monumento è stato posizionato nel 2002, riprendendo una precedente statua, intitolata la “fontana del pescatore” realizzata nel 1925, rimossa nella seconda guerra mondiale per motivi bellici.

Si dice che toccare un tentacolo del polpo di questa statua, sia di buon auspicio per le donne che desiderano una gravidanza.

 

 

 

Gli scavi eseguiti da un insigne archeologo, il professore Michele Gervasio, dimostrano che i vasi ritrovati a Torre a Mare sono databili tra il IX e il III secolo a.C.

Anche Michele Gervasio, abitò per molti anni a Torre a Mare, lo stesso professore Franco Biancofiore (altro celebre archeologo e studioso di Torre a Mare) ci dice che l’ambiente tranquillo e sereno di Torre a Mare, permise a Gervasio di eseguire i suoi studi nella completa quiete.

Solo alla morte del prof. Gervasio nel 1961 a Torre a Mare, fu eretto un busto marmoreo in via Leopardi.

 

Le  grotte naturali,  gli  ipogei che insistono  sul  litorale  di  Torre  a  Mare  sono  dei  veri  siti di  interesse archeologico, purtroppo abbandonati e mai valorizzati.

 

 


 

 

La Pro Loco si sta adoperando affinché possa essere possibile almeno localizzarli con una segnaletica.

Da menzionare: Punta la Penna, l’ipogeo di Cala Colombo, Cala Settanni, Grotta della Tartaruga, lo Scamuso e la Grotta della Regina, costituita da due ampie camere intercomunicanti e da una profumata flora marina, arricchita da uno straordinario gioco di luce.

 

La leggenda dice che la Regina Bona Sforza di Polonia, amava fare i bagni in questa grotta e soprattutto amava appartarsi con i suoi amori.

 

La grotta archeologicamente risale al III sec. a.C.

La Pro Loco si sta adoperando per bonificare la Grotta della Regina e renderla visitabile.

 

 

 

 

 

Dott. FRANCO VIRGILIO

 Presidente Pro Loco Torre a Mare

 

 

 


 

 


 

 

 


 



 

 

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