Il bianco delle case, che sembrano poggiarsi lievi sui picchi degli scogli, l’argento degli ulivi, il verde bottiglia delle calette, il blu palpitante del mare, da millenni, si danno appuntamento a Polignano a Mare.
Chi capita a Polignano e si avventura nell’intrico delle strade del centro storico, rimane inebriato dal profumo
del latte di calce dei muri, del tufo corroso dalla salsedine marina, delle
cucine domestiche cariche di mediterranee e secolari fragranze, della
biancheria linda sciorinata al sole. Un tuffo ha nel cuore, affacciandosi alle balconate sospese a decine di metri sul
mare! E’ lì l’infinito, offerto ad un solo colpo d’occhio, mentre l’acqua
gorgoglia imperiosa nelle grotte marine.
Nel vasto scenario
carsico che caratterizza il territorio possiamo annoverare Lama Monachile, letto di un millenario torrente ormai prosciugato;
è oggi uno degli scenari più pittoreschi, conosciuti e fotografati dove i
turisti si affollano tra l’ocra delle pareti rocciose, la vegetazione
disordinata e diversificata e la spiaggia di sassi arrotondati dal mare.
Tra le numerose chiese
e chiesette del centro, ognuna segno di un particolare momento storico e
devozionale e gravida di arte, spicca per imponenza ed importanza, la Chiesa Madre (Matrice). Sorta
su un tempio pagano - Polignano infatti giace su un antico sito romano- reca
nella sua struttura i segni di numerosi rimaneggiamenti. Di
altissimo interesse artistico sono le due sculture poste ai due estremi della navata sinistra: la “Pietà” e il “Presepe” in pietra, dovuti alla
mano di quello Stefano da Putignano, dalla critica unanimemente riconosciuto
come tra i più significativi esponenti del Rinascimento meridionale.
Aspra, magari, ma di
suprema bellezza è la costa di
Polignano a Mare. Un intrico di grotte, anfratti, cale digradanti verso il
mare, insenature nate in corrispondenza delle antiche “lame”, vecchi rifugi di
pescatori e meta ambita di avventurosi bagnanti che per più di 12 Km
affascinano gli occhi e rapiscono il cuore. Circa 40 son le grotte naturali che
testimoniano la presenza dell’uomo sin dall’epoca pleistocenica o glaciale ed i
cui nomi rimandano a memorie e leggende. La Grotta dei Ladroni e la Grotta del
Guardiano, le affascinanti grotte marine di Grotta Ardito, Grotta delle
Monache, Grotta Stampagnata, Grotta delle Rondinelle, Grotta dei Colombi,
Grotta di Sella solo per citarne alcune.
Poliedrico è l’agro polignanese, che oltre agli
alberi bassi e ai cespugli sempreverdi della macchia mediterranea, ospita il
timo, l’argento dell’ulivo, il rossovivo del lentisco, il verde spinoso del
ginepro, l’antichissimo mirto che colora con il suo blu scuro il bianco dei
muretti a secco.
Ma entroterra è anche
scena della millenaria azione dell’uomo che segna il territorio piegandolo a
fini agricoli, introducendo la coltura delle piante da frutto, coltivando
olive, verdure ed ortaggi – soprattutto insalata e patate oltre a produrre un
tradizionale ecotipo di carota detta “Bastinaca
di San Vito”.
Aree archeologiche
caratterizzano, inoltre, estese aree a sud e a nord del Paese. A sud l’Ipogeo
Manfredi, con la vicina la grotta di Santa Barbara, rappresenta uno dei più
vasti e complessi insediamenti neolitici del Sud Italia. A nord, l’insediamento
archeologico di Madonna di Grottole composto da sessanta grotte di differente
forma e dimensione frequentate dall’uomo preistorico fino all’età moderna, è
uno dei siti archeologici della Puglia più ricchi di storia.
Polignano celebra il
suo Patrono S. Vito Martire per tre
giorni di seguito, tradizionalmente fissati il 14/15/16 di giugno rinnovando
ogni anno un sistema simbolico di celebrazione che mette in comunicazione la
terra ed il mare, la citta dentro le mura e la sua proiezione oltre la linea di
costa, sembra quasi tracciare una sorta di cerchio sacro entro il quale
iscrivere la città e i suoi abitanti, ma anche coloro i quali partecipano per caso o curiosità ad una festa che attinge
alle radici di una tradizione secolare e che sentitamente perdura nonostante
l’evolversi in senso più turistico della città.
E per la pace degli
occhi e del cuore, poco distante dal centro urbano, si erge solenne, su un
sicuro porticciolo, il Monastero di
San Vito: un’ulteriore perla incastonata nel diadema di Polignano a Mare.
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