MONOPOLI

 

A circa 40 km a sud di Bari, in una posizione centrale e strategica lungo il litorale adriatico pugliese, sorge la città di Monopoli, un antico borgo di pescatori che nel corso dei secoli ha esteso il suo territorio verso l’agro, determinando la sua caratteristica vitalità tra terra e mare.

 

Il visitatore che giunge a Monopoli può difatti godere del mare e delle attività ad esso legate grazie alla comunità di pescatori che anima il porto con i suoi pescherecci e i suoi gozzi, le tipiche imbarcazioni a remi, ormai simbolo identificativo della città e protagoniste di Gozzovigliando, un evento annuale imperdibile per la comunità locale e per i turisti, volto a promuovere e valorizzare la pesca e il mare.

Spostandosi verso sud, si incontra la località del Capitolo, frazione balneare della città, caratterizzata da uno dei più bei tratti di costa in Terra di Bari con la sua sabbia dorata e il mare cristallino, serviti da una serie di accoglienti strutture balneari.

 

Oltre al mare Monopoli offre la sua antica storia da ripercorre tra gli antichi palazzi nobiliari, le numerose chiese del borgo antico, il castello, le cripte rupestri e la campagna con le sue contrade, gli ulivi secolari e le storiche masserie fortificate. Sono queste le peculiarità che hanno conferito a Monopoli l’appellativo di “città unica”, forse dovuto all’etimologia greca del suo stesso nome (mone polis) in riferimento alla posizione geografica e alla presenza di un attivo porto commerciale tra Siponto e Brindisi.

 

Come per ogni città affacciata sul mare, passeggiando per le vie del centro storico, si possono cogliere quelle contaminazioni frutto dell’incontro di popoli e culture che qui si sono avvicendati nei secoli contribuendo ad arricchire la città di tradizioni, folklore, arte e cultura.

Nel dedalo di vie dell’antico borgo non si può non rimanere affascinati dalle tipiche piazze, tra cui Piazza Palmieri, che deve il suo nome all’omonimo palazzo settecentesco che la sovrasta, o Piazza Garibaldi su cui si affaccia Palazzo Rendella, oggi sede della rinnovata Biblioteca Comunale, sorto sulla cinquecentesca Caserma spagnola, poi divenuta nel corso dell’Ottocento teatro civico al piano superiore e mercato coperto del pesce a quello inferiore.

Non lontano da questa piazza sorge la chiesa dell’Amalfitana con la sua caratteristica facciata barocca e la sua storia legata alla presenza, in passato, di una comunità di mercanti provenienti da Amalfi che fecero edificare il primo luogo di culto nel lontano 1059. Al suo interno è possibile ammirare una cripta ipogea con due absidi e tombe ad arcosolio, uno dei numerosi esempi presenti nel territorio cittadino, ma anche in quello regionale.

 

Arrivati all’ingresso del Porto Vecchio, dove si trova una delle antiche porte di accesso alla città, ci si ritrova in uno scenario da cartolina, sospesi tra il blu del mare e l’azzurro del cielo, a cui fa da cornice il colore della pietra locale del maestoso Palazzo Martinelli- Meo Evoli, riconoscibile dalla sua balconata in stile neogotico veneziano, e del Castello Carlo V. Risalente alla metà del XVI secolo, il castello sorge a ridosso del mare e conserva la sua architettura di fortilizio che un tempo difendeva la città insieme alle mura di cinta costellate da bastioni, oggi ancora in parte visibili lungo il percorso del Museo dell’artiglieria all’aperto.

Percorrendo il lungomare Santa Maria si giunge in Largo Porta Vecchia, dove si può ammirare l’omonima cala, una piccola insenatura marina tipica della costa monopolitana (sono numerose e più o meno grandi fino alla zona del Capitolo), per poi proseguire verso la cattedrale. Poco prima della cattedrale non può non passare inosservata l’enigmatica facciata della chiesa di Santa Maria del Suffragio, comunemente detta il Purgatorio. Costruita sul finire del XVII secolo, presenta una serie di simboli e iscrizioni riguardanti la morte, in riferimento al ruolo della Confraternita che ancora oggi si prende cura di questo gioiello. Interessanti i due scheletri che si ergono sui battenti della porta lignea settecentesca i quali, circondati dai simboli del potere e dei mestieri, sono lì ad indicare che la morte non fa distinzioni sociali. All’interno vi è una cappella-oratorio in cui si possono osservare alcune mummie dei confratelli e il corpicino della piccola Plautilla della nobile famiglia Indelli, testimoni di una pratica di sepoltura in uso soprattutto tra XVII e XVIII secolo. Imponente è l’altare centrale in pietra di Carovigno, un unicum in città per la sua magnificenza, simbolo della ricchezza e della grandiosità tipiche nella decorazione barocca leccese.

 

Oltrepassata la chiesa del Purgatorio, ci si ritrova nella piazza-sagrato della basilica cattedrale di Maria Santissima della Madia, la cui scenografica facciata risale al rifacimento del precedente edificio romanico avvenuto tra il 1742 e il 1772. Lo spazio esterno si presenta come una vera e propria quinta teatrale racchiusa dal maestoso muraglione realizzato nel 1786 e dalla balconata del palazzo episcopale. L’aspetto scenografico prosegue una volta varcata la porta centrale di ingresso all’edificio sacro, ritrovandosi in un ambiente a tre navate che risplende di marmi policromi rendendole una delle chiese più ammirate della terra di Bari. Lo sguardo del visitatore viene subito direzionato verso il cappellone sopraelevato sull’altare centrale che custodisce la sacra icona della Madonna della Madia giunta, secondo la tradizione, nel Porto Vecchio delle città nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1117, su una zattera con le cui travi venne completato il tetto della chiesa allora in costruzione. Da quel momento l’icona della Vergine Odegitria è diventata la protettrice di Monopoli, fregiandola del titolo di Civitas Mariae, e il cui radicato culto lo si può vedere nelle numerose edicole votive del centro storico. All’interno della cattedrale, così come nel vicino Museo Diocesano, si possono inoltre ammirare opere di scuola locale, napoletana e veneta in un arco cronologico che va dal X al XX secolo.

 

Uscendo dal centro storico si entra in quello che viene chiamato “quartiere murattiano”, definito da un reticolo di strade ortogonali secondo quelli che erano i criteri degli Statuti Murattiani del 1814. A dominare l’area è sicuramente la grande Piazza Vittorio Emanuele II, divisa in due rettangoli, uno dei quali ospita il monumento ai caduti realizzato da Edgardo Simone di Brindisi nel 1928.

 

Molte sono le festività che si susseguono durante l’anno, tra cui i due importanti appuntamenti del 16 dicembre e di Ferragosto dedicati alla Madonna della Madia.

Infine a Monopoli non si può rinunciare all’incontro ravvicinato con la sua antica tradizione culinaria in cui si riflettono le tracce del carattere cosmopolita di questa cittadina. Molti sono i piatti dolci e salati preparati con quanto offre la sua fertile terra che si combina con il pescato del suo mare.

 

La Pro Loco di Monopoli nella sua nuova denominazione “Perla di Puglia” è nata il 22 aprile 2016 ed è attiva nella valorizzazione e promozione del territorio nei suoi molteplici aspetti. La sua sede operativa sulla Banchina Solfatara/Piazzale Cristoforo Colombo, a pochi passi dall’antico porto, accoglie tutto l’anno i numerosi visitatori che vogliono scoprire la città e rimanerne incantati. 

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